CONTROLLI DI VICINATO
«Non aprite ai falsi preti»
La Polizia spiega come difendersi dalle truffe
«Piuttosto rimanete senza benedizione natalizia!». La frase pronunciata dai due ispettori della Polizia di Stato accende ancora di più l’attenzione delle persone - oltre 120 - che partecipano all’incontro sulle truffe organizzato dal coordinamento del controllo di vicinato di Avigno-Velate. Durante le feste di fine anno girano nei quartieri falsi preti. Si spacciano per sacerdoti impegnati a fare le benedizioni ma sono in realtà malviventi.
Così alla porta
«Spesso si presentano accompagnati da un altro adulto e già questo fatto dovrebbe mettervi in guardia - raccontano gli ispettori Andrea Albizzati e Oscar Zanoncini -. Dicono di sostituire o aiutare il prete che siete abituati a vedere sempre e invece entrano in casa e mettono a segno una truffa». Il periodo è quello giusto e avere una benedizione natalizia porta a porta, senza preannuncio e senza richiesta, in un momento di difficoltà numerica di sacerdoti ovunque, può fare aprire la porta a chi ci deruberà con una facilità estrema.
Dubitare sempre
Diffidare, dubitare, non fare entrare in casa nessuno. Mai rispondere a più telefonate di chi si spaccia per un esponente delle forze dell’ordine, mai rivelare dati sensibili o fornire il proprio numero di conto corrente.
Sembrano consigli di cui nessuno ha bisogno, ma non è così. Perché i truffatori giocano proprio sull’emotività delle persone che hanno di fronte. I due ispettori di Polizia, inviati su iniziativa del questore Carlo Ambrogio Enrico Mazza, che ha a cuore le iniziative nelle quali i cittadini ricevono consigli e spiegazioni su come comportarsi di fronte ai truffatori, è stato aperto con queste parole degli ispettori: «Non siamo qui per fare una lezione, ma per confrontarci con voi: la collaborazione tra le forze dell’ordine e i cittadini è fondamentale».
Da qui il passo successivo della spiegazione: «La vostra casa è il vostro fortino» e «il truffatore è un ciminale». Modalità di comunicazione lineare per fare arrivare un messaggio importante: chi subisce un raggiro è in una posizione di debolezza, spesso anziano, che si sente umiliato e rischia la depressione. Gli ispettori Albizzati e Zanoncini hanno snocciolato i meccanismi psicologici che portano anche a cadere nella rete, il cosiddetto “effetto tunnel”, per esempio: i truffatori citano figli e nipoti in difficoltà e a quel punto chi è al telefono dall’altra parte non capisce più nulla. Vuole solo salvare il proprio caro. E consegna soldi in contanti al complice di chi telefona spacciandosi per un esponente delle forze dell’ordine. La spiegazione delle truffe più usuali, oltre a quella “di stagione” collegata alle benedizioni natalizie, ha aperto gli occhi sulle modalità di azione dei criminali in giro per i nostri quartieri.
Otto gruppi
La serata non avrebbe avuto un senso compiuto se non fosse stata agganciata alla spiegazione di come funziona il controllo di vicinato. Una “rete” che ad Avigno e Velate è nata alcuni mesi fa per volere di Andrea Pierangioli e che ha già portato alla formazione di 8 gruppi per un controllo capillare del territorio.
«Incontri sottovalutati»
«Aneddoti, esempi concreti di truffe, casi reali, schemi di ragionamento e descrizione “efficace” delle modalità di truffa da parte degli ispettori - commenta Pierangioli - le assemblee pubbliche avvicinano forze dell’ordine e cittadinanza». Sono state spiegate alcune dinamiche sul funzionamento delle forze dell’ordine, del 112 e di come avvengono gli interventi.
«Questi incontri sono sottovalutati da chi non vi partecipa e magari non perde occasione per lamentarsi della mancata sicurezza percepita, invece sono occasione per apprendere concretamente il funzionamento del controllo del vicinato». E conoscere "e dare un volto" ai coordinatori, cioè ai volontari che adoperano per un servizio di utilità sociale.
© Riproduzione Riservata


