Lombardia
Pilotava gli appalti della sanità lombarda, arrestato Mantovani
Sotto indagine anche l'assessore lombardo Garavaglia

Milano, 13 ott. (askanews) - Un assessore regionale alla salute che speculava sulla salute dei malati. Al punto di pilotare una gara d'appalto - valore 11 milioni di euro - per l'affidamento del servizio di trasporto dei dializzati. C'è questo ma anche molto altro dietro l'arresto di Mario Mantovani, vicepresidente della Regione Lombardia ed ex assessore alla Salute della giunta Maroni, finito oggi in carcere insieme al suo braccio destro, Giacomo Di Capua, e all'ingegnere del Provveditorato Interregionale Opere pubbliche per Lombardia e Liguria, Angelo Bianchi. Corruzione, concussione e turbativa d'asta i reati ipotizzati a vario titolo dal procuratore aggiunto di Milano, Giulia Perotti, e dal pm Giovanni Polizzi. Nell'ordinanza di custodia cautelare, il gip Stefania Pepe parla di "spiccata capacità criminale" e di "propensione alla violazione delle regole".
Sono in tutto 12 le persone finite sotto indagine in questo nuovo filone di inchiesta sulla sanità lombarda. Tra loro anche Massimo Garavaglia, attuale assessore all'Economia della Regione Lombardia, che avrebbe agito insieme a Mantovani per truccare la gara d'appalto bandita dal Pirellone "per l'affidamento del servizio di trasporto di soggetti nefropatici sottoposti al trattamento dialitico per un periodo di 24 mesi". L'obiettivo dei due assessori regionali era rastrellare voti sul territorio. A questo proposito il giudice parla di "intervento evidentemente determinato dalla volontà di favorire le associazione operanti nei loro comuni e di mantenere consenso nelle aree di interesse politico".
Mantovani è un fedelissimo di Silvio Berlusconi, che dopo il suo arresto si è detto "stupito", definendolo "una persona corretta". Per gli inquirenti milanesi, invece, avrebbe abusato del suoi ruoli istituzionali di assessore regionale alla salute e di primo cittadino di Arconate (centro dell'Alto Milanese di cui Mantovani è stato sindaco ininterrottamente dal 2001 al 2013), per pilotare diverse gare d'appalto: non solo per la gestione del trasporto dei malati dializzati ma anche per la ristrutturazione di edifici scolastici di Arconate e della scuola "Nolli Arquati" di Milano. Tra gli appalti finiti nel mirino dei magistrati milanesi, anche quelli per i lavori di ammodernamento di alcune case di riposo, come l'Opera Pia Castiglioni di Cormano e un'analoga struttura di Casorezzo.
Gli inquirenti accusano Mantovani anche di corruzione. Nessun mazzetta, per lui, ma quelle che in gergo si chiamano "utilità". Si tratta, in questo caso specifico, di diversi lavori di ristrutturazione eseguiti in immobili di proprietà sua e di suoi familiari "a titolo gratuito" da Gianluca Parotti, architetto che secondo il gip Pepe operava "al servizio pressoché esclusivo" di Mantovani. L'elenco delle "utilità" comprende i lavori di ristrutturazione e arredamento della "prima casa" del vicepresidente lombardo, quelli eseguiti alla "Villa Clerici di Rovellasca" sempre a lui riconducibile, nonché la progettazione di un piano di recupero "a favore del figlio di Mantovani Vittorio Maria Isaia". Ma secondo gli inquirenti l'architetto Parotti non operava soltanto "nell'ambito degli interessi strettamente personali" di Mantovani, ma anche "con riferimento ad opere di interesse pubblico da eseguirsi nel comune di Arconate e nel territorio limitrofo". In cambio, il numero due di Maroni lo avrebbe ricompensato "con una serie di interventi diretti a far ottenere a Parotti appalti pubblici su varie fronti"
C'è infine l'accusa di concussione. Quest'ultimo capitolo dell'inchiesta riguarda alcune pressioni che Mantovani avrebbe esercitato sul provveditore interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, Pietro Baratono, allo scopo di ottenere il "reintegro" di Angelo Bianchi nel ruolo di Responsabile Unico del Procedimento e fare riassegnare alcune delle deleghe che erano state tolte al funzionario dopo essere stato arrestato a Sondrio per un un presunto giro di tangenti. E' stata proprio la denuncia di Alfio Leonardi, dirigente del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in servizio al Provveditorato Opere Pubbliche per la Lombardia e per la Liguria, a far scattare le indagini che hanno portato all'arresto di Mantovani. Il quale, stamattina, avrebbe dovuto aprire i lavori della "Giornata della Trasparenza" promossa dalla Regione Lombardia. Invece è finito a San Vittore.
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