L’OPERAZIONE
Spaccio di cocaina a San Fermo: 9 arresti
La Mobile stronca un traffico di droga gestito dalla famiglia di un detenuto. Altri quattro indagati con obbligo di firma

Spacciavano droga a San Fermo e per farlo avevano intessuto una rete di contatti che cominciava in carcere e terminava nelle famiglie di persone detenute nel carcere.
Per questo nove persone sono state arrestate stamane, giovedì 28 gennaio, e altre quattro sono da oggi sottoposte all’obbligo di firma.
La gestione familiare dell’attività illecita, finalizzata a distribuire cocaina nel popoloso rione di Varese, è stata scoperta dalla Squadra Mobile della Questura che già sei anni fa smantellò un’organizzazione dedita al traffico di polvere. Ma già nel 2018, una ventina di persone sospettate era tenuta sott’occhio dagli investigatori di piazza Libertà.
In due abitazioni sanfermine i poliziotti, coi colleghi dell’Unità cinofila della Guardia di finanza dislocata a Malpensa, hanno rinvenuto un etto di cocaina riconducibile a spacciatori noti proprio da tre anni e appartenenti alla famiglia di un cinquantenne calabrese finito in carcere proprio nel settembre del 2018 per scontare una condanna per armi, ricettazione e stupefacenti.
La carcerazione però non ha impedito al pregiudicato di tirare i fili di un’organizzazione solida, che ha coinvolto via via la moglie, 49 anni, la figlia, 23 anni e il cognato di 51 anni che dalle vite in carcere ricevevano gli ordini del congiunto, incluse le riscossioni dei crediti.
Botte per la cocaina
Proprio trovandosi a soccorrere un cliente della famiglia appena malmenato per non aver onorato un debito di droga, i poliziotti hanno cominciato a indagare: l’uomo, rifiutando i soccorsi e spiegando che si trattava di una questione provata di un debito da 1000 euro che avrebbe saldato, ha insospettito gli investigatori, i quali, approfondendo le indagini, hanno scoperto che il malcapitato aveva venduto una motocicletta di sua proprietà per saldare il conto.
Hashish per polvere bianca
A intimorire l’uomo erano stati nell’occasione il detenuto cinquantenne insieme con un suo “cavallo” trentasettenne.
C’era però anche chi, per evitare violente rappresaglie, preferiva saldare i debiti di droga cedendo hashish e marijuana. A tirare i fili di quest’attività era un trentasettenne, pure calabrese, dalla moglie, 39 anni e dal cognato di 33 anni, scoperto dai poliziotti con 1,5 chilogrammi di hashish pronto per lo spaccio.
A fornire la rete organizzata dal detenuto calabrese c’erano due fornitori, residenti nel Milanese: un campano di 54 anni e un calabrese di 58 che pensavano al rifornimento di cocaina. Per quest’ultimo, i referenti varesini erano i componenti di un’intera famiglia di Brusimpiano: padre, madre e due figli, tutti spacciatori.
A guidare invece l’attività di pusher a San Fermo, dove secondo gli inquirenti, si era ritagliata nel tempo una figura di spicco, era la figlia del cinquantenne, presa con le mani nel sacco mentre era in possesso di 250 grammi di polvere bianca.
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