OMICIDIO-SUICIDIO
Vanzaghello, sedativi e 38mila euro contanti
Oggi i funerali laici e privati di Daniela Randazzo
Oggi la famiglia di Daniela Randazzo le darà l’addio in forma riservata, con un cerimonia privata e laica a cui parteciperanno solo i parenti stretti.
Martedì il medico legale Luca Tajana ha effettuato l’autopsia sui corpi di Daniela e di Franco Deidda, il sessantaduenne amico di lungo corso della bustese e da lei a quanto pare ucciso prima di togliersi la vita.
LE CAUSE DEI DECESSI
Su ciò che è accaduto sabato a Vanzaghello, in via Arno, non ci sono ancora risposte e l’esame del patologo per ora ha solo confermato le cause del decesso di entrambi: colpo d’arma da fuoco in zona parietale destra lui, traumi e lesioni cerebrali lei. Una telecamera di videosorveglianza privata, alle 14.42, ha ripreso gli ultimi metri della caduta di Daniela, preceduta dal fragore di uno sparo.
Incrociando il filmato e la testimonianza della vicina si può ipotizzare la dinamica: la cinquantasettenne si sarebbe arrampicata sul davanzale del balcone, scalza, con il revolver calibro 38 puntato alla testa. Premuto il grilletto è volata a terra. L’arma è stata trovata poco lontano dalla salma, con quattro proiettili su sei nel tamburo.
Nell’appartamento di Deidda - agente di commercio editoriale e istruttore di tiro - non c’era nulla in disordine anzi, c’erano 38mila euro in contanti. Deidda stesso era composto sul letto matrimoniale, con i pantaloncini e le gambe incrociate. Sul lato sinistro del letto c’erano un paio di infradito da uomo, a destra c’erano le ciabatte da donna con la zeppa e una borsetta con un flacone di Xanax (benzodiazepina ansiolitica), poco più in là una pochette rosa con altre due boccette di tranquillanti. Sul comodino un bicchiere di plastica con un po’ d’acqua e due sigarette dentro, una fumata fino al mozzicone e l’altra spenta a metà. C’era una tazzina del caffè, un tubetto di crema. E poi, in un cassetto e in un armadietto, i carabinieri hanno rinvenuto parecchio denaro contante: nella zona giorno 23mila euro, in camera 15mila. Il pubblico ministero Stefania Brusa ha disposto accertamenti tossicologici per capire se per caso il sessantaduenne avesse assunto i farmaci che l’amica aveva con sé, vista la postura rilassata del cadavere. Lo scrupolo della procura è comunque escludere il coinvolgimento di terze persone, diretto o indiretto - va detto che l’appartamento era chiuso dall’interno, con le chiavi nella toppa - e per fugare ogni dubbio ha ordinato l’analisi dei telefonini di entrambi.
AMICI DA DECENNI
I familiari di Daniela e Franco non trovano spiegazioni: la donna negli ultimi tempi non era serena ed era ossessionata dall’idea di avere un tumore. Quindi, banalmente, temeva di morire. Franco - che era separato da sei anni ma divorziato da tre mesi - pareva un uomo soddisfatto, allegro, single convinto. Nessuno, tra i parenti, adombra il minimo sospetto che tra i due ci fosse una relazione clandestina. «Erano legati da una forte e solida amicizia che coltivavano da decenni», è l’opinione di chi è stato interrogato dai carabinieri finora. Il mistero potrebbe restare tale per sempre: non appena il pubblico ministero avrà la conferma che nessuno altro abbia responsabilità nella tragedia, se non loro due, chiederà subito l’archiviazione.
© Riproduzione Riservata


