SERIE A
Sacchetti, più d’una suggestione
Varese va oltre un presente da raddrizzare e pensa al ct azzurro che da qualche settimana, assecondando il desiderio della moglie, si è stabilito a Gavirate
Meo Sacchetti sente il richiamo della “sua” Varese: per ora ci abita, domani chissà.
Il c.t. dell’Italbasket, che festeggiò all’Enerxenia Arena la cittadinanza onoraria ricevuta a gennaio 2019, è tornato a vivere in zona dopo la conclusione anticipata del suo impegno con la Fortitudo Bologna.
Da qualche settimana il tecnico ha stabilito la sua residenza in una frazione di Gavirate, seguendo il desiderio della moglie Olimpia che ha sempre amato la città Giardino dove ha concluso qualche anno fa la sua attività professionale da insegnante. Solo una coincidenza, o un segnale che il più volte auspicato matrimonio tra la Pallacanestro Varese e il suo uomo simbolo degli anni ’80 in canottiera e pantaloncini potrebbe celebrarsi il prossimo anno?
Al momento ovviamente si parla di poco: il c.t. dell’Italbasket è sotto contratto con la Fortitudo Bologna fino al 30 giugno 2022, e addirittura Varese ha due allenatori sotto contratto (Attilio Caja fino alla stessa data e Massimo Bulleri per la prossima stagione con uscita in favore della
società). Inoltre, altrettanto ovviamente, l’attenzione dell’ambiente Ojm è concentrata sulle necessità contingenti di una rimonta salvezza nella quale il tecnico di Cecina ha la possibilità di strappare una riconferma, se nelle ultime 9 gare del 2020/21 dovesse riuscire ad invertire l’attuale trend negativo. Ma è evidente che la congiunzione astrale potrebbe essere quella giusta, dopo due incroci mancati per un motivo o per l’altro in tempi più o meno remoti.
Sacchetti era l’uomo scelto da Cecco Vescovi per il nuovo corso dell’anno I del consorzio nella tarda primavera del 2010: poi però Meo vinse l’A2 con Sassari e non se la sentì di lasciare la società che aveva portato per la prima volta nella storia in serie A, e sulla panchina biancorossa giunse Carlo Recalcati. Nel 2015 fu invece il club prealpino a tirarsi indietro quando ci fu l’occasione prima dei playoff poi conclusi col trionfo tricolore della Dinamo: nell’accordo c’era addirittura una clausola che prevedeva l’impossibilità di chiamare i cugini Diener.
Poi nel CdA biancorosso l’allora vicepresidente decise di rinunciare a Sacchetti e puntare su una figura di spicco a livello dirigenziale anziché su un allenatore di spessore (ma l’assalto a Nicola Alberani andò a vuoto ed in panchina arrivò Paolo Moretti). Ora potrebbe presentarsi la situazione nella quale l’interesse reciproco possa eventualmente collimare, ma solo a patto che l’Ojm possa dare garanzie minime di competitività in serie A. Cosa oggi non scontata più dentro che fuori dal campo, sebbene la “battaglia del grano” sia un altro capitolo importante di questi ultimi due mesi di stagione. Vero è d’altra parte che l’effetto icona potrebbe fungere da traino anche sul piano economico, come accadde nella primavera 2014 – altro anno difficile tra risultati e bilancio – quando il ritorno di Gianmarco Pozzecco portò al record di abbonati.
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