SCUOLA
Il crollo degli studenti nel Varesotto: 7.500 in meno negli ultimi nove anni
Il calo è strutturale: «Spazi da ripensare tutti insieme»

«Il calo demografico è una sfida che dev’essere trasformata in opportunità». Questioni di punti di vista. Indire (Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educativa), braccio destro dello Stato in tema di statistiche e affini che riguardano la scuola, la chiama con un eufemismo “transizione demografica”, ma il succo è chiaro: negli ultimi nove anni la popolazione scolastica fra primo e secondo ciclo è calata in provincia di Varese di 7.527 alunni passando dai 106.984 del 2015-’16 ai 99.457 dell’anno scorso. Un meno 7 per cento che è persino superiore al meno 6,3 del dato nazionale e che certifica una perdita media annua di 1.000 studenti. Per la prima volta dagli anni Settanta, quando si registrò la crescita esponenziale della popolazione dovuta all’onda lunga del boom economico e della nuova scuola media obbligatoria, siamo sotto quota 100mila studenti.
SGUARDO AL FUTURO
Un dato preoccupante? Sul lungo periodo sicuramente per i docenti, ma nel corso della conferenza stampa di ieri mattina a Villa Recalcati sono emersi anche segnali di ottimismo. Così Giuseppe Carcano, dirigente l’Ufficio scolastico territoriale: «Meno iscritti significa poter organizzare classi meno numerose, premessa per un miglioramento della didattica. Ma anche liberare spazi che potranno essere utilizzati per implementare l’offerta didattica. L’andamento demografico è inequivocabile, perciò non ha più senso che ciascun Comune intervenga sul proprio singolo plesso. Meglio ragionare tutti insieme secondo una regia provinciale. Il nostro patrimonio edilizio è grosso modo lo stesso degli anni Sessanta-Settanta, ma oggi ci troviamo davanti cambiamenti epocali che richiederanno la revisione totale dell’offerta formativa quanto alla sua distribuzione sul territorio, anche sperimentando modelli nuovi e più flessibili di erogazione del servizio scolastico».
I NUMERI
Quando Carcano parla di «cambiamenti epocali» non esagera: da qui 2028 si passerà dagli attuali 36.619 iscritti alla primaria a 32.512, da 24.920 a 22.882 alla media di prima grado, da 43.707 a 42.354 alle superiori. Marco Magrini, presidente della Provincia, ha già messo le mani avanti: «Da qualche tempo stiamo coinvolgendo i sindaci perché prendano atto della situazione e assieme progettino e governino il cambiamento. Sono già operativi i “tavoli” con molti di loro, da Cunardo a Besozzo, da Gavirate a Bardello, da Porto Ceresio a Ponte Tresa, per fare alcuni esempi, per valutare come ribaltare la situazione da negativa a positiva. Penso alla razionalizzazione dei costi di gestione o agli aiuti da offrire alle famiglie sul campo delicato dei trasporti. Tutti assieme, com’è nella logica dell’ente che presiedo, dobbiamo gestire la sfida attraverso programmazione e condivisione. Non siamo ad un punto di arrivo, ma di partenza per progettare al meglio la rete scolastica tenendo conto delle reali esigenze del territorio e delle famiglie».
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