CORONAVIRUS
«Dove andremo a finire?»
Servizio Asst: gli psicologi rispondono. A chiamare sono soprattutto le persone sole o che soffrono il distanziamento
«Dottore, come finirà?». A saperlo. I quesiti sono tanti. «Ci chiedono di tutto. Ci siamo dotati delle informazioni necessarie, i decreti, le ordinanze, ci documentiamo. Non è solo un appoggio psicologico, le persone chiuse in casa vogliono sapere che cosa accadrà nella Fase 2, come si svolgerà, che cosa possono o non possono fare a partire da lunedì. Chiedono consigli, soprattutto».
Non è un ufficio informazioni, naturalmente, quello dove psicologi e medici dell’ospedale sono a disposizione dei cittadini nell’emergenza Covid. Da un paio di settimane, il servizio dell’Asst Sette Laghi, coordinato da Claudio Tosetto, offre una linea diretta – cioè un numero telefonico e una email - a chiunque fatichi a gestire paure o fobie a causa della pandemia, a contenere lo stress professionale determinato dal garantire i servizi essenziali alla comunità.
Un’azione di consulenza finalizzata anche a dare un senso logico e non fobico al flusso incontrollato di notizie che arriva sul coronavirus. A capo dell’équipe di psicologi e medici (collegati al Serd, Servizio Dipendenze), è Claudio Tosetto, medico, che racconta come la richiesta di informazioni e chiarimenti sia preponderante in questa fase, tra le persone che si rivolgono al servizio (3487473728, da lunedì al venerdì dalle 13 alle 17; email per lo spazio web settelaghiconte@asst-settelaghi.it).
Non che le paure e i timori non vi siano. Anzi. L’avvicinarsi però della Fase 2, porta la gran parte delle persone ancora a casa o in procinto di andare a lavorare di nuovo «a chiedere informazioni, per questo motivo ci stiamo dotando di una griglia di riferimento», spiega il medico.
Ciò non significa che non vi siano il disagio psicologico, la paura, la solitudine. Difficoltà anche per i bambini. Il servizio di aiuto per la popolazione offerto dall’ospedale, coordinato dal direttore generale Gianni Bonelli, cerca di dare rassicurazioni e conforto. «Spesso a chiamare sono persone sole o che semplicemente soffrono di più il distanziamento sociale – prosegue il dottor Tosetto - hanno bisogno di comunicare, parlare, sentirsi meno sole».
Di tutt’altro genere è invece il supporto a pazienti e parenti che hanno avuto un contatto diretto con la malattia, sono stati ricoverati, hanno avuto un proprio caro positivo, hanno subito un lutto. In questo caso l’appoggio è dato dagli esperti della mente coordinati dalla psichiatria dell’ospedale di Circolo.
Ma qual è l’identikit di chi chiama il servizio “Settelaghiconte”? Si tratta di solito di persone di mezza età, senza grande differenza di genere, in cerca di risposte che gli psicologi fanno di tutto per garantire ma che non è facile dare e non solo perché non basta studiare decreti e ordinanze.
Spesso la rassicurazione richiesta va oltre, entra appunto nella sfera dell’emotività e dell’irrazionale. Per questa ragione il servizio di consulenza e aiuto non si esaurirà presto. L’intenzione è al contrario quella di proseguire almeno fino a dicembre.
«Gli effetti sulla mente e sullo stato di benessere psicologico ed emotivo delle persone non sono esauriti con il termine o la riduzione del lockdown, anzi pensiamo che si manifesteranno in modo netto in futuro».
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