ROMA
Rapporto Ismea, agroalimentare italiano vale il 15% del Pil
(ANSA) - ROMA, 03 DIC - La solidità dei fondamentali del
settore agricolo e dell'industria di trasformazione, conferma
l'agroalimentare come uno dei pilastri del sistema economico
nazionale, con un peso sul Pil nazionale che arriva al 15%
considerata l'intera filiera, dal campo alla tavola.
È il quadro che emerge dal Rapporto Agroalimentare Ismea
2025, presentato a Roma. Un settore resiliente ai numerosi shock
che si sono susseguiti nel decennio, che vanta sette primati in
Europa e nel mondo. E' il primo Paese in Ue per valore aggiunto
agricolo con 44,4 miliardi di euro e terzo per quello
dell'industria alimentare, dietro Germania e Francia, con 38
miliardi di euro (+3,5% a prezzi correnti, +3,2% a prezzi
costanti). Il reddito agricolo ha una crescita tra le più alte
in Europa: +9,2% nel 2024, che si aggiunge al +11,7% del 2023,
contro una media Ue che ha registrato rispettivamente un +0,7%
nel 2024 e un -6,2% nel 2023. L'Italia ha la leadership mondiale
per prodotti Dop e Igp, con circa 900 registrazioni. In aumento
anche l'occupazione agricola, con circa 1 milione di addetti nel
2024, +0,7% sul 2023; nel decennio ha registrato +2,9% a fronte
del -17% europeo. Gli investimenti privati agricoli sono ai
massimi, toccando 10,6 miliardi di euro nel 2024, mentre la
produttività agricola è la più alta della media Ue, con 46.300
euro di valore aggiunto per addetto.
A questi traguardi si affiancano le performance dell'export
agroalimentare con un valore prossimo ai 70 miliardi di euro nel
2024 e un saldo della bilancia commerciale passato da un deficit
di 6 miliardi di euro del 2015 a un surplus di 2,8 miliardi di
euro. Trend positivo proseguito anche nel 2025, con esportazioni
in aumento del 5,7% nei primi nove mesi. Particolarmente
rilevante la dinamica negli Usa dove nel 2024 le vendite di
prodotti italiani hanno raggiunto 7,8 miliardi di euro, con un
balzo del 17,1% sul 2023. Un patrimonio di eccellenze, verso il
quale negli ultimi tre anni il Governo ha mobilitato oltre 15
miliardi di euro per rafforzare filiere, innovazione e
occupazione giovanile in agricoltura.
Accanto ai tanti risultati positivi, il rapporto evidenzia
anche elementi di complessità generati da tensioni geopolitiche
e nuovi dazi. Su questi in particolare, una valutazione del loro
impatto potrà arrivare solo a partire dalla metà del 2026.
(ANSA).
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