IL CASO
Varese: «Il canile non lo vogliamo»
La protesta di via Duni dove dovrebbe sorgere la nuova struttura: «Distruggerà un’area verde, ci rivolgeremo al Tar»

«Ci batteremo nelle sedi opportune». È la promessa dei residenti di via Duni a Varese contro il nuovo canile comunale, che dovrebbe sorgere a ridosso di un’area residenziale, vincolata e coperta da vegetazione spontanea, all’interno di un corridoio ecologico.
Il progetto, frutto di un accordo tra Comune, Provincia e ATS Insubria, prevede la costruzione di un canile polifunzionale di circa 8.000 metri quadrati, destinato ad accogliere cani, gatti e fauna selvatica. Il Comune ha presentato il piano come sostitutivo dell’attuale struttura obsoleta di via Friuli.
Ma la zona individuata, oggi ancora vincolata, è un’area verde di pregio, habitat di molte specie animali. La Provincia dovrà autorizzare lo svincolo del terreno per avviare i lavori, ma i cittadini si oppongono fermamente.
PROMESSE ELETTORALI NON MANTENUTE
«Ci eravamo già espressi nel 2021 – affermano – e nulla è cambiato. Il progetto è andato avanti in sordina, senza coinvolgimento. Non siamo mai stati consultati».
Preoccupa in particolare l’impatto ambientale. «Si vuole distruggere un polmone verde, una zona da tutelare e non da sacrificare. È un danno ambientale irreversibile». I residenti vedono un paradosso nel costruire un canile in un’area naturale, in contrasto con le promesse elettorali dell’amministrazione.
«Il sindaco Galimberti, nel suo programma, aveva promesso la tutela delle aree protette. Questo progetto contraddice tali impegni, puntando invece alla cementificazione di una zona verde».
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