L’INDAGINE
Mentono per il sussidio: presi i furbetti dell’affitto
False dichiarazioni dei beneficiari del Reddito di cittadinanza

Dichiararono il falso per incassare i contributi per l’affitto: scoperti e denunciati dalla Guardia di Finanza.
L’indagine delle Fiamme Gialle sui beneficiari del Reddito di cittadinanza (Rdc) ha messo nei guai dieci persone residenti a Varese e provincia. Le quali, oltre ad affrontare un processo, dovranno ora restituire i soldi presi senza averne diritto. Parliamo di un totale di 110.000 euro, per una media di oltre diecimila euro a testa.
L’incrocio dei dati
I finanzieri del Gruppo di Varese, nell’ambito dell’attività a tutela della spesa pubblica e delle prestazioni sociali a favore delle fasce meno abbienti della popolazione, hanno puntato i riflettori su coloro che, a partire dal 2019, hanno presentato istanza per ottenere il Rdc, sussidio (nel frattempo cancellato) che era composto da due parti: una a integrazione del reddito familiare, un’altra a sostegno delle spese per il canone di locazione. E proprio riguardo a questa seconda componente, gli inquirenti hanno passato al setaccio le dichiarazioni di un campione di beneficiari. Gli investigatori hanno quindi incrociato i dati della loro situazione patrimoniale con quelli contenuti nelle domande e nella Dichiarazione Sostitutiva Unica presentata all’Inps per ottenere il Reddito.
Contratti irregolari
Tra le condizioni per incassare il contributo, c’era quella di vivere in una casa con un contratto di locazione regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate. Ed è proprio questo l’aspetto che ha portato alla denuncia, per indebita percezione di erogazioni pubbliche, di dieci cittadini autori delle dichiarazioni mendaci. Autocertificando, ad esempio, di aver depositato il contratto; in realtà, è emerso dalle indagini, c’era chi pagava l’affitto in nero o chi occupava l’abitazione di qualche parente senza sborsare un euro. In questo modo hanno ottenuto un contributo che non avevano alcun diritto di ottenere.
La restituzione delle somme
Le irregolarità sono state comunicate alla Procura e all’Inps che dovrà recuperare i contributi erogati a coloro che hanno mentito. L’attività di contrasto alle frodi nei settori previdenziale, assistenziale e sanitario - evidenziano dalle Fiamme Gialle - è uno strumento imprescindibile per garantire un’efficace tutela delle categorie più vulnerabili, prevenendo la dispersione di risorse pubbliche a favore di soggetti privi del diritto, fenomeno che genera disuguaglianze e compromette la coesione sociale.
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