LA DECISIONE
Delitto Aloisio, niente udienza per il pentito
I giudici hanno respinto la richiesta
Il nuovo pentito di ‘ndrangheta Gaetano Aloe non sarà sentito nel processo in corso di svolgimento davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano chiamato a fare luce sull’omicidio di Cataldo Aloisio, il trentaquattrenne imprenditore edile originario di Cirò Marina il cui cadavere fu rinvenuto la mattina del 27 settembre del 2008 nei pressi del cimitero di San Giorgio su Legnano.
La richiesta di rinnovazione istruttoria in extremis proposta dal pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano Cecilia Vassena ha trovato, oltre alla strenua opposizione dell’agguerrito parterre di difensori (nello specifico, gli avvocati Gianni Russano, Sergio Rotundo, Gianfranco Giunta, Luigina Pingitore e Salvatore Staiano), anche il no della Corte d’Assise d’Appello presieduta dal giudice Ivana Caputo (a latere la collega Franca Anelli). Se per i difensori l’audizione del nuovo collaboratore di giustizia, pure lui di Cirò Marina, 45 anni, «sarebbe stata superflua e non decisiva», per i giudici di appello la richiesta della Procura di integrazione istruttoria «mancava del requisito dell’imprescindibilità della prova nuova ai fini della decisione». Di qui l’ordinanza che ha respinto la richiesta. Insomma, nessuno stop alle arringhe delle difese. Arringhe che proseguiranno nell’udienza del 16 maggio. Dovendo fare i conti con le richieste di condanna di cinque ergastoli a carico di Vincenzo Rispoli, Cataldo Marincola, Silvio Farao, Vincenzo Farao e Vincenzo Cicino.
In primo grado la Corte d’Assise di Busto ha invece comminato un solo ergastolo a carico del capo-locale di ‘ndrangheta dei cirotani di Legnano e Lonate Pozzolo Vincenzo Rispoli, presunto autore dello sparo ala testa fatale ad Aloisio. Che cosa ha detto Gaetano Aloe parlando nei mesi scorsi con i magistrati dell’Antimafia di Catanzaro? Si è autoaccusato dell’omicidio di Vincenzo Pirillo. In altre parole, sarebbe stato lui a sparare allo zio di Cataldo Aloisio il 5 agosto del 2017 a Cirò Marino mentre Pirillo era seduto a un ristorante. Un delitto per il quale risultano sotto processo in abbreviato Giovanni Spagnolo e Giuseppe Farao e, con rito ordinario, i capiclan di Cirò Marina Cataldo Marincola e Silvio Farao. A seguire il racconto del neo-collaboratore di giustizia, Cataldo Aloisio avrebbe voluto vendicare la morte dello zio e per questo avrebbe costituito un gruppetto per uccidere Spagnolo, additato negli ambienti criminali come il responsabile del delitto dello zio. Tuttavia, Alosio sarebbe stato preceduto dal gruppo dominante. «Non ti preoccupare che me l’haiu vista iu», avrebbe confidato Vincenzo Farao al collaboratore di giustizia. A suo dire, Vincenzo Farao era appena giunto da Milano. La sentenza della Corte d’Assise d’Appello è attesa per il primo giugno.
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