BASKET
«La Varese futura attorno a Mannion»
Toto Bulgheroni a tutto campo: «Hanlan non si poteva trattenere»
Dall’attualità stretta alle strategie future, passando tra la fiducia nel progetto di Luis Scola e nelle qualità attuali e future di Hugo Besson, con Nico Mannion come frontman per l’oggi e per il domani. E l’operazione Varese Sports and Entertainment come volano di crescita per una Pallacanestro Varese concentrata in tanti aspetti e non solo sulla serie A, oltre al restyling dell’Itelyum Arena come possibile ulteriore trampolino di lancio per lo sviluppo della società. Toto Bulgheroni fa il punto sull’oggi, sul domani... e sullo ieri della società che presiede (di nuovo) dal giugno 2023, parlando anche della cessione di Olivier Hanlan. Considerazioni a tutto campo dell’icona del basket varesino, che alla vigilia di una “mini-vacanza” da 10 giorni a Phoenix è pronto ad una partenza più serena dopo la vittoria esterna di mercoledì in Repubblica Ceca come segnale di controtendenza rispetto al meno 31 del derby del Forum. «Non mi sono fasciato la testa dopo la sconfitta di Milano, perché la differenza fisica nei confronti dell’Olimpia era soverchiante, e dunque non voglio esaltarmi troppo per il successo di ieri, non potendo valutare con esattezza lo spessore del Nymburk. Però sono contento della mentalità messa in campo dalla squadra: nel primo tempo la squadra ha giocato contratta, poi quando è riuscita ad imprimere il suo ritmo si è sciolta. E sono ovviamente contento della vittoria, che dà morale e aiuta a lavorare meglio».
Superato il primo esame in coppa, ne arriva un secondo più impegnativo in campionato: domenica contro Brindisi è una gara delicata.
«Nel nostro campionato tutte le partite sono decisive: la classifica è così corta che ogni vittoria può cambiare le prospettive. A noi serve vincere ancora tre partite per avere la sicurezza aritmetica di restare in serie A: Brindisi è una di queste, le altre opportunità potrebbero arrivare dalle gare in casa con Napoli e Treviso, ma la cosa importante è mantenere uno standard elevato di gioco ed evitare infortuni. Il successo di Nymburk ci permetterà di affrontare l’impegno con una serenità maggiore».
Dopo la pausa per Coppa Italia e Nazionali si è parlato di Varese 3.0 successivamente alla cessione di Hanlan. Qual è il suo punto di vista in merito?
«Era una operazione che non si poteva non fare. Nel momento in cui il giocatore aveva ricevuto una proposta economica tre volte superiore al suo ingaggio a Varese e ci ha comunicato che desiderava accettare, con quali argomenti avremmo potuto farlo restare controvoglia? Di fronte a quanto accaduto non c’era possibilità di trattenerlo, abbiamo cercato di ottenere una contropartita economica soddisfacente per acquistare un sostituto di prospettiva».
A tal proposito, è arrivato Hugo Besson. Che magari non vale l’ex capitano, ma per quanto si è visto a Nymburk non è da buttare.
«A me piace molto perché ha personalità e qualità per incidere in tanti modi. Non ero preoccupato dopo l’esordio a Milano, considerando che non giocava da quasi 2 mesi e si è trovato di fronte una difesa da Eurolega. Non ha nelle mani i punti di Hanlan, ma quelli dovranno dividerseli i compagni, sfruttando anche le sue doti di attivatore. Aspetto altre 2 o 3 partite per valutarne più a fondo l’impatto e completare il paragone. Però a sensazione mi ricorda un po’ Antoine Rigaudeau (ex stella della Virtus Bologna tra il 1997 e il 2003, ndr): il suo connazionale è stata una star del basket europeo per tanti anni, a 22 anni non era meglio di Hugo».
Oggi però il frontman dell’OJM è Nico Mannion: c’è possibilità che resti anche in futuro? E davvero si è sacrificato Hanlan per tenerlo?
«Nico è stato quello che si definisce un vero colpo, arrivato grazie a Luis Scola, attorno al quale vorremmo costruire qualcosa di duraturo. Oltre a lui abbiamo uno zoccolo duro di giocatori che hanno un contratto o una opzione per la stagione ventura; chiaro che le situazioni tipo Hanlan possono sempre accadere e non si possono prevedere, ma sono accordi che ci danno una certa garanzia di continuità. La cessione di Olivier per tenerci Mannion? Non c’è alcun legame fra queste operazioni, una non ha condizionato l’altra. E senza l’offerta del CSKA lo avremmo tenuto molto volentieri fino a fine stagione».
L’OJM è quartultima, ma la media delle presenze a Masnago è aumentata di 300 spettatori rispetto all’anno scorso: un bel segnale...
«I tifosi hanno capito ed apprezzato il fatto che stiamo lavorando con una programmazione a medio-lungo termine. Personalmente sono molto soddisfatto delle rispetto della città, ma non avrei dato la mia disponibilità ad un impegno diretto se non credessi nel progetto e nella persona di Scola che lo ha messo a punto».
E ha trovato, attraverso l’operazione Varese Sports and Entertainment, anche ulteriori capitali per farlo crescere.
«Confidiamo possa svilupparsi e dare risultati consoni alle ambizioni e alle necessità di sviluppo del progetto e del club. C’è molta fiducia attorno all’iniziativa, l’obiettivo è coinvolgere altre persone disposte a fungere da soci finanziatori».
Ma l’imprenditoria città è pronta a rispondere, al di là degli investitori americani legati a Scola?
«VSE non è fatta solo per gli amici di Scola; ci sono altre persone interessate ad un investimento non legato solo alla parte sportiva, che auspichiamo possa dare un ritorno anche in termini economici. Chi è interessato e desideroso di conoscere i dettagli su una operazione di questo tipo può farsi avanti senza vincoli».
Dalla prossima stagione anche l’Itelyum Arena sarà in versione 3.0: quanto sarà importante?
«È un passo che potrà essere molto importante per lo sviluppo futuro del club. Speriamo di trovare qualcuno interessato alla gestione di tutte le attività che saranno legate alla nuova struttura. Varese Sports and Entertainment serve anche a quello, ma in generale la nuova Masnago, a attrattiva anche come punto di riferimento non solo per i tifosi della Pallacanestro Varese, avrà un ruolo importante per la città e la comunità».
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