IL CASO
Agenzia Formativa di Varese, «presenze gonfiate ai corsi»
Chiesto il rinvio a giudizio di quattro persone. Regione parte civile

Presunti falsi sui registri elettronici delle presenze in classe. Un presunto danno da oltre 250mila euro per Regione Lombardia. Quattro dipendenti dell’Agenzia Formativa davanti al giudice (più un quinto per il quale è stata chiesta però l’archiviazione). Questo il quadro del procedimento che è arrivato all’udienza preliminare davanti al gup Marcello Buffa, che a fine novembre deciderà se rinviare o meno a giudizio gli indagati.
«Archiviazione per una quinta persona»
L’accusa è appunto di falso. Secondo l’ipotesi formulata dalla Procura (pm Lorenzo Dalla Palma), sarebbero stati alterati i registri elettronici, facendo risultare in aula più studenti di quanti effettivamente presenti. Un’operazione che, se dimostrata, avrebbe permesso all’Agenzia Formativa di percepire contributi regionali più elevati rispetto al dovuto: la cifra contestata ammonta a oltre 250mila euro. Regione Lombardia, che eroga i fondi sulla base della partecipazione ai corsi, si è costituita parte civile.
Le udienze preliminari non sono pubbliche e c’è riserbo sui contorni precisi della vicenda. Certo è che ieri il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione per la quinta persona coinvolta e il rinvio a giudizio per i quattro imputati. Le difese, al contrario, hanno sollecitato il proscioglimento sostenendo che non vi sarebbe stato alcun falso e che eventuali irregolarità sarebbero imputabili a problemi tecnici dell’applicativo usato per segnare le presenze degli studenti.
L’ente scosso dalle polemiche
L’Agenzia Formativa - azienda speciale della Provincia di Varese e punto di riferimento per la formazione professionale e i servizi al lavoro per chi esce dalla terza media - attraversa peraltro un periodo complesso anche sul piano interno. Nel corso del 2025 si sono moltiplicati i segnali di tensione: in primavera i sindacati avevano proclamato uno sciopero denunciando risorse distribuite in modo diseguale, difficoltà nei cambi ai vertici, lentezze nella redazione dei contratti, ritardi nei pagamenti e scarsa crescita professionale. Al centro dello scontro anche l’ampliamento del personale.
Il contesto interno è cambiato anche al vertice. A gennaio Nadia Cattaneo ha lasciato la presidenza dopo un periodo segnato da difficoltà gestionali, e ad aprile la guida è passata a Claudio Lesica. Ora l’ente si trova a dover affrontare anche un’inchiesta giudiziaria che potrebbe sfociare in un processo.
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